Ikigai e senso della vita

Tutti noi ci poniamo interrogativi sul nostro scopo esistenziale, sul senso delle attività – professionali e non – che svolgiamo e sulle nostre routine quotidiane, sforzandoci ogni giorno di renderle conformi a uno stile di vita ideale, cucito su misura per la nostra personalità. Uno stile di vita, in poche parole, che ci faccia svegliare la mattina non dico felici e canticchianti, ma almeno sereni, in pace con noi stessi. Cosa che, a ben vedere, dovrebbe essere la norma. Ma quanti di noi scendono dal letto cristonando, già scazzati in vista della giornata che li aspetta? Bene: a tutto questo si può porre rimedio, andando alla ricerca di un significato più profondo. Un significato, al quale i giapponesi hanno dato un nome: ikigai. Un significato che, in un’epoca di rivoluzione spirituale, viene cercato da un numero sempre maggiore di persone. Non ci si accontenta più, infatti, di produrre, lavorare e farsi una famiglia, se tutto questo non ci fa star bene. Si vuole andare oltre. Ed è giusto così.

Cos’è l’Ikigai?

 Stiamo parlando di una parola sostanzialmente intraducibile. Semplificando, IKI si potrebbe tradurre con “vivere” e gai come “senso”, “scopo”, “valere la pena”. In sintesi, potremmo dire che l’ikigai è:

  • Il senso della vita;
  • le ragioni per cui vale la pena esistere;
  • il pensiero che ci spinge ad alzarci dal letto la mattina;
  • la gioia di fare le cose che rendono la vita degna di essere vissuta;
  • la realizzazione di sé e l’auto-motivazione;
  • il fatto di sentirsi vivi;
  • la felicità e i traguardi individuali.

In poche parole, il termine Ikigai rimanda a una persona che conosce il significato della propria esistenza e quindi sperimenta un appagamento generale non riscontrabile in chi invece si lascia semplicemente esistere, schiacciato da convinzioni limitanti e aspettative sociali.

Certo, trovare l’ikigai non significa evitare per sempre rogne, lavori mediocri, discussioni e situazioni spiacevoli. Ma, se riuscirà a tenere a mente il nostro obiettivo principale (che potrebbe anche cambiare, nel corso del tempo) ogni tempesta sarà passeggera. Magari barcolleremo per un istante, ci perderemo in inevitabili deviazioni ma poi torneremo sulla retta via. Mai più di capiterà di perderci nel buio o di finire in depressione, perché avremo comunque una meta.

Come si esprime l’Ikigai nella nostra vita quotidiana?

Secondo Bettina Leike, autrice del libro Ikigai, nella vita possiamo distinguere quattro grandi aree tematiche:

  • Ciò che amiamo fare;
  • Ciò che sappiamo fare;
  • Ciò di cui il mondo ha bisogno;
  • Ciò per cui siamo pagati o potremmo esserlo.

Alcuni aspetti del nostro Ikigai, possono rientrare in una di queste aree e creare delle intersezioni, che potremmo considerare delle tappe intermedie. Non vi descrivo nel dettaglio queste aree vitali, perché sono chiaramente rappresentate dall’immagine: passione, professione, missione e vocazione. Potersi collocare anche in una sola di queste, è già per molti un ottimo traguardo. Ma la natura umana ci consente di andare oltre, e di trovare il punto in cui queste quattro parole si incontrano. L’Ikigai, appunto: la ragione profonda per cui siamo al mondo.

Come trovare il proprio Ikigai? 

Il libro di Bettina Leike propone diversi esercizi per trovare il proprio Ikigai. In particolare, ci viene chiesto di rispondere intuitivamente ad alcuni quesiti, senza cadere nel mentale.  Sebbene non abbia ancora completato la mia opera, e la mancanza di tempo non mi agevoli, è una ricerca che sto portando avanti volentieri, perché aiuta a intraprendere un interessante viaggio di me, a scoprire lati del mio carattere che ignoravo, migliorando, di conseguenza, anche la mia autostima. Crediamo, infatti, di conoscerci bene. In realtà il nostro carattere contiene tante sfumature, spesso relegate nell’inconscio, che affrontando esercizi di questo tipo con la mente vuota, in una totale assenza di preconcetti, possiamo far emergere con facilità, e anche con un pizzico di divertimento.

Tuttavia, mi rendo conto che non tutti hanno il tempo e la voglia per sedersi a tavolino, con un libro davanti. A queste persone, suggerisco di giocare, di trovare l’Ikigai in un altro modo.

Il mio suggerimento, è molto semplice:

  • prendete un foglio A4 e una penna;
  • riproducete lo schema che vedete nell’immagine;
  • riempite i vari cerchi, spaziando tra ambiti diversi, e osservate ciò che viene fuori.

Se quanto emerso non vi convince, provate e riprovate, finché non vi imbattete in risposte che vi fanno sentire a proprio agio, appagati e consapevoli di esservi messe sulla strada giusta.

Tenete conto di un fatto: l’Ikigai potrebbe anche evolvere e mutare nel corso del tempo, anche se succede raramente. Questo, però, non è un buon motivo per rinunciare a cercarlo!

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