Halloween: luci streghe e ombre

Nella grigia atmosfera di pieno autunno si accendono le zucche della festa di Hallowen:

un tripudio di luci nella caligine novembrina.

Retaggio celtico che sopravvive nell’allegra formula del dolcetto o scherzetto dei ragazzini ai nostri giorni.

Halloween; qui più che la storia che chiunque potrebbe leggere sul web ,col sapore delle varie leggende e

divertirsi con un certo favoleggiare ,vorrei rievocare più che altro il suo significato esoterico.

D’altra parte è un giorno dell’anno la cui atmosfera richiama il mistero e il misterioso mondo dell’oltre.

Halloween la festa delle streghe per così dire. Ma chi erano costoro così boicottate nei tempi di oscurantismo? Erano quelle che possedevano le leggi della magia. Quelle che anche adesso in versione più moderna leggono i tarocchi e i fondi di caffè , quelle che scrutano gli astri o fanno addirittura un sortilegio un incantesimo. Coloro che conoscono e sanno dominare le leggi nascoste dell’universo.

E forse erano scomode perché attingevano a una conoscenza che esiste da sempre e la coscienza dormiente non sa cogliere.

Perchè magia non è un gioco da prestigiatori, ma sapersi appellare alle leggi dell’Universo.

Halloween la festa delle streghe ma anche quella dei trapassati. La notte in cui si incontrano le anime dei vivi e di quelli che sono passati all’altra dimensione.

Come se un portale si aprisse tra noi e loro. In realtà siamo sempre in contatto con tutte le realtà invisibili. E’ solo un momento per ricordarsene.

Per ricordare a noi figli dell’epoca materialistica che la vita non è solo una serie di impegni e di automatismi. C’è per tutti un momento con cui confrontarsi con se stessi e il proprio operato ovvero la dipartita da questo mondo. Che è la fine di quest’esperienza per passare ad un altro livello.

Arriva il momento in cui finisce l’esame su questo “pianeta scuola”…

Siddharta: non solo un classico della letteratura

E un giorno un nobile lascia gli agi e il palazzo. E fin qua la storia è nota.

Una ragione più profonda, un’ inquietudine l’ha spinto a un nuovo viaggio fuori dalla zona di comfort in cui ci sente abitualmente sicuri.

Conoscere di pù se stesso, il mondo, l’essenza della vita.

E il suo primo passo è aspirare alla vita da asceta. Corre forse un pò troppo il nostro e ascolta ed assorbe gli insegnamenti del Budda e impara bene tre cose: aspettare pregare digiunare. E di quelle si sente padrone.

E la felicità diventa assenza di desiderio. Quando non c’è nulla a cui aspirare e tanto meno alcuna bramosia ci si può riposare in un lago di pace. Nel vuoto.

E pensa di essere già giunto al traguardo, ma beffarda è la vita coi suoi colori e sapori.

Arriva Kamala una cortigiana che lo inebria come fece la maga Circe con Ulisse.

Come aveva potuto perdersi tutto questo?

E allora qual è il succo della vita? La rinuncia o il gusto? E il nostro si lascia trascinare dalla voluttà, quasi dimentico di ciò che aveva imparato. E via via si immerge nella ricerca di oro, denari ,piaceri di tutto quello che la vita può regalare sul piano della materia.

Forse aveva saltato uno step importante. Forse il monito era di passare attraverso il fango la passione il torbido sentire, prima di poter affrontare un cammino spirituale serio e profondo. La spiritualità non è religione, non è assorbire le dottrine di un altro. E’ il fare esperienza dentro di sé e capire che a un certo punto quel che hai fatto non basta più.

E prima aveva ascoltato gli insegnamenti del Venerabile, poi gli impulsi della sua natura umana, selvaggi, primitivi.

A seguire il suo maestro diviene il fiume: osservare e lasciare fluire.

Essere quieti, non combattere né contro l’esterno né contro i propri pensieri. Abbandonarsi al divenire al flusso.

Questo pensa mentre davanti alle acque fa un bilancio della sua vita, mentre ascolta la voce rimproverante del figlio che ha ancora da trascorrere la prima fase della vita, spremendone il succo: lui deve ancora trovare da solo un altro senso all’esistere. Non è il momento per vivere di contemplazione..

Siddharta ha fatto le sue tappe e ora è pronto ad abbandonarsi all’amore che tutto abbraccia, alla visione di un Tutto che include ogni esperienza.

Jennifer Lopez: una delle tante donne emerse dal nulla col proprio talento

Sarebbe forse inutile parlare qua delle performances del fascino e dei successi di Jennifer Lopez. Star conosciuta in tutto il mondo.. Diventerebbe un articolo da “Novella 2000”,se poi aggiungessimo anche le storie dei suoi amori burrascosi.

Quel che vorrei invece sottolineare in questa breve riflessione è il valore e la potenza di una donna. Di una che si è fatta dal nulla col suo solo talento, provenendo da un ambiente molto povero. Senza bisogno di nessuno, affidandosi solo alle sue capacità.

Talento e determinazione e grinta”leonina” che l’hanno premiata. Fin da piccola aveva manifestato un particolare talento per il ballo ed era stato subito notata. Da lì una continua ascesa a duro prezzo. E citandone una per tutte si fermava a dormire ,stanchissima, dopo una giornata di esercizi ,nella scuola di ballo che frequentava.

Jennifer si fa strada in un mondo difficile in un mondo che non sarebbe stato per lei. E all’essere un’ottima ballerina finirà con l’associare la sua voce potente, la capacità di recitare e non ultimo la sua bellezza tra esotico e tradizionale.

Ma non come tante che si fanno strada in maniera un pò ambigua concedendo favori a “chi può” e affidandosi alle doti del corpo. Lei è della cerchia per cosi’ dire a cui appartiene anche Madonna. Stelle venute fuori dal nulla con la forza della loro testa e della costanza.

E arriva l’eccellenza nel campo della musica del ballo della recitazione e anche della produzione cinematografica.

Sembra che l’universo l’abbia ricolmata di ogni beneficio fin quasi a farla assomigliare a una dea. E capricciosa come una dea dell’antico Olimpo si mostra. Quando si evince dai gossip vari una certa alterigia un ego potente che si manifesta per esempio nell’assumere una persona solo per metterle e toglierle il cappotto.

Diva vicina a un pubblico che la può amare perchè riuscita a sollevarsi da una vita comune, ma lontana nel suo olimpo di divinità volubile. E così lo è anche coi suoi amori. Uomini con cui gioca, si innamora, si sposa e lascia per poi riprendere ancora il gioco.

Queste sono le nostre stars, queste le dee dei nostri tempi. E Jennifer è sicuramente la mistura della bella Venere e dell’abile Minerva che gareggia alla tessitura con Aracne con conscio senso di superiorità. In fondo in confronto a qualsiasi umana lei resta sempre una dea..