Edgar Allan Poe

A pochi giorni dal compleanno dello scrittore e poeta Edgar Allan Poe, ospitiamo una bio di Valentina Barreca.

“Siamo destinati per sempre a stare in equilibrio sul confine dell’eternità senza il tuffo definitivo nell’abisso.”
Boston, 19 gennaio 1809: nasce Edgar Allan Poe. Poeta, scrittore, critico letterario e uomo “maledetto”. Nel corso della sua vita, Poe si accosta a vari generi di scrittura, partendo dalla poesia romantica, anticipando di gran lunga il simbolismo e il “maledettismo”, fino a sfociare nel racconto d’orrore e poliziesco, lasciando un’ingente eredità letteraria. Vanta anche una produzione meno nota di racconti satirici e umoristici.

Figlio secondogenito dell’attrice britannica Elizabeth Arnold e dell’attore americano David Poe Jr., ricevette il nome di Edgar, probabilmente ispirato alla tragedia shakespeariana Re Lear, che la coppia stava portando in scena nel 1809. Inizialmente abbandonato dal padre e poi rimasto orfano di entrambi i genitori in giovane età, fu messo sotto la custodia di John Allan, un noto mercante scozzese, il quale non lo adottò mai formalmente.

Ricevette un’educazione fortemente inglese, che ne influenzò notevolmente la sensibilità. È singolare il fatto che fino al 1817 si trovava in un collegio a Chelsea, dove il preside insegnava la matematica tra le tombe del cimitero confinante. Sin da bambino Poe manifestò una gran memoria nonché un’inclinazione molto forte per le rime e anafore, appassionandosi di poesia e di musica.

Nonostante le sue doti poetiche, Poe non vantò una gran fortuna: dopo essersi costretto a una relativamente breve carriera militare, proprio in quel periodo perse la madre adottiva per una malattia. Una volta tornato a Baltimora dai parenti rimasti in vita, dovette seppellire anche suo fratello maggiore. Iniziò ad avere anche problemi di alcolismo, i quali lo accompagneranno per tutta la vita. Fu il primo scrittore statunitense a voler trasformare la sua arte in un mestiere, nonostante le difficoltà dell’editoria e l’assenza di veri diritti d’autore. Riuscì faticosamente a pubblicare le prime raccolte, rimanendo spesso con poco denaro con cui vivere. Si trovò spesso costretto, infatti, a ricorrere a umilianti espedienti. Nemmeno la vita amorosa gli sorrise: dopo un matrimonio fallito, nel 12 settembre 1853 si risposò in segreto con sua cugina di secondo grado Virginia Clemm.

Non era inusuale un matrimonio tra cugini; ai tempi però la giovane aveva solo tredici anni e non venti, come testimonia il documento falsato. Alcune fonti narrano, tuttavia, che il loro fosse un rapporto molto più platonico, come un amore fraterno. Dato certo è che non avessero consumato il matrimonio finché la giovane non avesse compiuto sedici anni. In questo periodo si annovera la parte più importante della produzione di Poe, tra le quali La maschera della morte rossa e Il gatto nero, che gli diedero finalmente un po’ di notorietà. Tuttavia, le sciagure non erano ancora finite: le condizioni di vita precaria a cui la coppia era costretta, portò Virginia ad ammalarsi nel 1842 e a spirare prematuramente cinque anni dopo. Nel 1845 Poe pubblica la poesia Il corvo, nella raccolta Il Corvo e altre poesie, molto probabilmente ispirata alla tragica situazione coniugale.

La vita di Poe, così contrassegnata da un legame persistente con la morte e la malattia, lo fece sprofondare in una cupa depressione. Oltre all’abuso di alcool si aggiunse anche l’oppio.

Tutta la sua produzione gronda dell’oscurità abissale che il poeta ha dentro: racconta di morti apparenti, di spiriti, di donne belle e agonizzanti, narra della putrescenza della malattia fisica e mentale; tutti elementi probabilmente tratti soprattutto dalla convalescenza della moglie, quasi a esorcizzare le proprie paure o a chiedere silenziosamente aiuto. Fortemente appassionato anche di occulto e in particolare di mesmerismo, fuse il frutto dei suoi interessi all’inchiostro che impresse su carta. Edgar Allan Poe: poeta e “maledetto”, maestro dell’incubo e del grottesco, uno dei primi promotori del giallo psicologico, colonna portante del gotico e capostipite della letteratura horror.

I tentativi di disintossicarsi, in vista di un eventuale matrimonio con un’altra donna, vennero bruscamente interrotti. Poe fu trovato il 3 ottobre 1849 su una panchina a Baltimora, agonizzante e con i vestiti di un’altra persona addosso. Morì improvvisamente, dopo aver passato gli ultimi istanti in uno stato alterato e allucinogeno a chiamare un certo “Reynold”, del quale non si è mai scoperta l’identità. Dopo la sua tumulazione, ogni 19 novembre vennero ritrovati i resti di un brindisi fatto col brandy e tre rose rosse sulla lapide, cosa che infittì l’alone di mistero. Questo fatto prese il nome di Poe Toaster e diede inizio a una tradizione che dura tutt’oggi.

Poe appose la parola “fine” così, improvvisamente, come fosse protagonista di uno dei suoi racconti. Lasciò, in qualche modo, un ultimo macabro mistero al mondo. Non venne effettuata alcuna autopsia, ma si ipotizza la morte per cirrosi epatica o, stando a ricerche più recenti, per idrofobia da rabbia, causata dal morso di un animale infetto.

Edgar Allan Poe lascia una traccia indelebile nella storia della letteratura: è fonte di ispirazione per il celeberrimo Lovecraft; i primi racconti polizieschi con protagonista Auguste Dupin gettano le basi dell’amatissimo Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle, troviamo le tracce di Storia di Arthur Gordon Pym anche tra le righe fantascientifiche di Jules Verne. L’eredità di Poe giunge fino ai nostri giorni, attraversando schermi cinematografici, opere musicali e riconosciuto come elemento fondamentale della subcultura gotica; amato e presente sia nella letteratura che nell’immaginario collettivo, riconosciuto finalmente e integralmente dei meriti che gli erano stati negati per gran parte della sua vita.

Canto di Natale

Il 17 dicembre del 1843 esce questo splendido libro che è diventato un classico sia della letteratura sia per quanto riguarda il mondo del cinema.
Il personaggio principale del libro è un vecchio banchiere avaro (non a caso, nella versione Disney, questo personaggio è Paperon De Paperoni!!) di nome Ebenezer Scrooge che, alla vigilia di Natale, riceve la visita del fantasma del socio, morto qualche anno prima, che si presenta per avvertirlo che se continuerà a vivere in quel modo egoista, passerà anche lui l’eternità vagando senza meta nel mondo, lontano dalla luce di Dio. Ma Scrooge ha una possibilità per cambiare e nel corso della notte, riceverà la visita di tre spiriti, quello del Natale passato, presente e futuro. Il protagonista non crede a nulla di quello che ha sentito e si mette a letto ma il primo spirito compare puntuale all’una di notte ed è così che inizia il suo viaggio.

*inizio spoiler*

Lo spirito del Natale passato riporta indietro Scrooge in un tempo dove era meno ricco ma più felice, prima grazie all’affetto della sorella e successivamente con la fidanzata. Fidanzata che viene prontamente rimpiazzata dal denaro e che lo libera dalla promessa di un futuro insieme. Il declino di Scrooge è iniziato.
Lo spirito del Natale presente (il mio preferito) è molto simile a Babbo Natale, porta il protagonista a curiosare nella casa del suo impiegato Bob Cratchit, perennemente sfruttato e sottopagato, che però ha un’amorevole famiglia tra cui spicca il piccolo Tim, un bambino storpio, cagionevole di salute e con un grande cuore. Lo spirito del Natale presente porta Scrooge anche a casa di Fred, suo nipote, figlio dell’amatissima sorella Fanny. Fred è un uomo che, nonostante tutto, crede ancora che ci sia del buono nello zio anche se tutte le persone che ha attorno, pur ammirando il suo buon cuore, sono convinte che il vecchio avaro non cambierà mai.
Lo spirito del Natale futuro, quello che spaventa di più il protagonista (e ha sempre terrorizzato anche me!), porta Scrooge in giro per la città dove tutti stanno festeggiando la morte di un riccone odiato da tutti. Qualche pagina dopo siamo in un cimitero, davanti alla tomba del piccolo Tim. Il protagonista è disperato, non vuole che questo succeda quando, improvvisamente, la terra di apre sotto i suoi piedi, lui finisce in una voragine dove una tomba vuota lambita dalla fiamme lo sta aspettando.
Scrooge si sveglia, è nella sua camera, è ancora Natale. Esce di casa, felice di essere vivo e di avere un’opportunità e… impazzisce! Annulla i debiti dei suoi creditori, paga i ragazzini per fare delle commissioni, chiede scusa a Fred e alla moglie e chiede se può partecipare al pranzo di Natale ma soprattutto, si reca dal suo impiegato carico di doni e cibo e promette loro di prendersi cura del piccolo Tim. Un uomo nuovo.

*fine spoiler*

Cos’ha di speciale questo libro? Oltre alla storia, all’ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi, possiamo direi che l’ingrediente principale di questo libro è la speranza. La possibilità di redimersi, ti ricorda che non è mai troppo tardi per cambiare la tua vita in meglio. Dopo un anno così, quanto abbiamo bisogno di sperare che le cose possano migliorare anche quando di fronte a noi sembra tutto perduto?

Quindi, bando alle ciance! Rileggete il libro, compratelo, chiedetelo a Babbo Natale oppure guardate uno degli ennemila film sul tema. I miei preferiti sono in assoluto “La più bella storia di Dickens”, musical del 1970, (finito di guardarlo canterete “thank you very much” in loop per giorni) e “Il Canto di Natale di Topolino”, versione Disney adatta anche ai più piccini, del 1983.

Per quanto mi riguarda, ho intenzione di gustarmi libro e film e, in quest’anno disastroso dove ogni cosa sembra sbagliata, costruirò anche il bellissimo Lego dedicato proprio a Dickens e “A Christmas Carol”.



Le ragazze in Libreria – Bastava chiedere! – Emma

Qualche tempo fa, ho letto un articolo che affermava che ogni donna è una femminista. Bhè, caro autore dell’articolo, ti sbagli di grosso! Lo vediamo tutti giorni al lavoro, in casa, per le strade, nelle chat con le amiche, nei social. Se tutte le donne fossero femministe non ne parleremmo così tanto e soprattuto Emma, blogger, fumettista e ingegnera informatica, non avrebbe dovuto scrivere questo bellissimo libro a fumetti che consiglio veramente a tutte di leggere. Un libro da regalare alle nostre amiche e da lasciare in giro con nonchalance a compagni, mariti, colleghi, amici e amanti. Ma di che cosa parla?

Il libro, è un fumetto composto da 10 capitoli, vediamoli insieme:

1 – Bastava chiedere! – In questa storia si affronta l’annoso problema del perché un uomo in casa non sa mai dov’è la roba, perché le faccende di casa sono ed esclusivamente un compito del gentil sesso e perché noi ragazze soffriamo quasi tutte della sindrome di Wonder Woman. Illuminante.

2 – Rilassati – Questo capitolo fa l’esatto effetto contrario del titolo. Mi raccomando non leggetelo nella settimana del ciclo perché è ovvio che sarete arrabbiate tutta settimana.😝

3 – Il potere dell’amore – Altrimenti detto “Lode donna a te, regina del multitasking” (spoiler: no, non ci fa bene!).

4 – Impara a conoscerla – Mini trattato di ginecologia femminile. Sempre utile.

5 – Michelle – Breve saggio su come alcune donne affrontano il restare da sole dopo una lunga relazione. Vi ci potete riconoscere oppure no, ma abbiamo tutte un’amica che pensa come Michelle.

6 – Non va bene ma… – Qui si affronta il delicato tema della cultura dello stupro. E’ il capitolo dove ho ripetuto più volte “Verissimo!”.

7 – Un ruolo da riempire – Un capitolo breve ma intenso sull’oggettivazione del corpo femminile.

8 – L’attesa – Non ho figli, quindi non mi sono ritrovata in questo racconto che parla della divisione dei compiti tra genitori per la cura del figlio. In compenso, ci ho ritrovato un sacco di amiche e mi è venuta voglia di chiamarle tutte e di far loro un bel “pat pat” sulle spalle

9 – Le vacanze – Un altro capitolo sulla maternità, questa volta dal punto di vista di una madre lavoratrice.

10 – Lo sguardo maschile – In questo capitolo finale si riprende a parlare dell’oggettivazione del corpo femminile. Due capitoli? Si, perché non se ne parla mai abbastanza e soprattuto non è ben chiaro a tutti di cosa si tratta.

Cosa ne pensate? Questa presentazione vi ha incuriosito? Avete letto il libro? Diteci cosa ne pensate e a presto!